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sabato 24 novembre 2012


Oua: gli interventi sulla giustizia sono un costante attacco alla Costituzione
OUA, comunicato 22.11.2012

XXXI CONGRESSO NAZIONALE FORENSE, PER L’OUA GLI INTERVENTI SULLA GIUSTIZIA SONO UN COSTANTE ATTACCO ALLA COSTITUZIONE: TAGLI DEI TRIBUNALI, ROTTAMAZIONE E PRIVATIZZAZIONE DEL PROCESSO CIVILE, MEDIACONCILIAZIONE OBBLIGATORIA, MORTIFICAZIONE DEL RUOLO DELL’AVVOCATO. TUTTI NODI SU CUI L’OUA HA DATO BATTAGLIA E RACCOLTO IMPORTANTI RISULTATI
FORTE RICHIAMO ALLA DEMOCRAZIA, ALLA PARTECIPAZIONE DELLA BASE E DEI GIOVANI, ALLA CENTRALITÀ E AUTONOMIA DEL CONGRESSO
MAURIZIO DE TILLA, OUA: “I PARTITI SONO IN DIFFICOLTÀ, LA MACCHINA GIUDIZIARIA IN CRISI SISTEMICA. ORA BASTA: SERVE UNA NUOVA VISIONE DELLA POLITICA SULLA GIUSTIZIA BASATA SUI DIRITTI E LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE, TROPPE VOLTE CALPESTATA. NON SOLO: L’AVVOCATURA DIA L’ESEMPIO, MODERNIZZANDO LA PROFESSIONE E DANDO VOCE A CHI NON CE L’HA. CENTRALITÀ DEL CONGRESSO E SPAZIO AI GIOVANI E ALLA BASE, VITTIMA DI UNA CRISI ECONOMICA ASFISSIANTE. DI 230 MILA LEGALI, SONO ISCRITTI ALLA CASSA SOLO 168MILA E DI QUESTI OLTRE IL 22% GUADAGNA MENO DI 10 MILA EURO. UNA GENERAZIONE È ALLO STREMO”. 
Maurizio de Tilla, presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua), la rappresentanza politica forense, nel corso del suo intervento nella relazione di apertura del XXXI Congresso Nazionale Forense a Bari, invoca maggiore unità della categoria, ma anche più democrazia e partecipazione, dando spazio ai giovani e alla base, e ribadisce con veemenza l’autonomia del Congresso e la sua sovranità nel definire le direttrici politiche dei prossimi anni. Un’avvocatura sana, moderna e capace di interloquire con i Partiti, senza inciuci e cedimenti, per rilanciare la professione forense e la difesa della giustizia pubblica e universale, per la tutela della Costituzione e dei diritti dei cittadini: «La giustizia è in grave crisi e la politica in stato confusionale. I fatti di questi anni raccontano una produzione di leggi contraddittorie, inutili e incostituzionali. La Consulta ha dichiarato illegittima l’obbligatorietà della mediaconciliazione. Il tribunale di Pinerolo ha rimesso alla Corte Costituzionale la questione di legittimità della revisione della geografia giudiziaria. Denunciate e acclarate ripetute violazioni degli artt.. 70, 72, 76 e 77 della Magna Carta.
In altri termini Governo e Parlamento non rispettano il dettato costituzionale in tema di formazione delle norme e calpestano con cinismo e indifferenza i diritti dei cittadini. La repubblica italiana si fonda sui valori della Costituzione, ma il paradosso è che Governo e Parlamento non hanno più senso dello Stato».
«Ma anche l’avvocatura – continua - deve ritrovare la sua forza e identità nei valori della democrazia e della partecipazione. Dobbiamo sanare un frattura sempre più ampia tra l’avvocatura d’élite e quella che vive in condizioni di grave difficoltà economica e che è marginalizzata dalle grandi decisioni che coinvolgono il destino della categoria, sempre più povera e mortificata. Soprattutto i più giovani e le donne. Si dia voce a chi non ce l’ha».
«In questo contesto – aggiunge - con una contrazione dei redditi e un endemico ritardo dei pagamenti da parte degli enti pubblici, ma anche dei privati, nonché del gratuito patrocinio e della difesa d’ufficio: di 230 mila legali, sono iscritti alla Cassa solo 168mila e di questi oltre il 22% guadagna meno di 10mila euro, è mancata una seria politica di sostegno dei Governi. Si è allo stremo. Non si va più avanti».
«Infine una nota di speranza – conclude de Tilla - la ritrovata volontà di dialogo del ministro Severino che ha dato diversi segnali incoraggianti: la proposta sul numero programmato all’accesso all’università, dell’ipotesi prospettate la seconda è quella più convincente (4 anni, più uno diversificato con la previsione di due differenti percorsi, di questi uno con test di ingresso per poter partecipare all'esame di avvocato), la revisione dei parametri dei compensi. È positivo che il Parlamento abbia accantonato l’emendamento dei Poteri forti che voleva reintrodurre l’obbligatorietà nella mediazione, una dissimulata privatizzazione della giustizia».
(OUA, 22 novembre 2012)

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