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sabato 24 novembre 2012


Oua: gli interventi sulla giustizia sono un costante attacco alla Costituzione
OUA, comunicato 22.11.2012

XXXI CONGRESSO NAZIONALE FORENSE, PER L’OUA GLI INTERVENTI SULLA GIUSTIZIA SONO UN COSTANTE ATTACCO ALLA COSTITUZIONE: TAGLI DEI TRIBUNALI, ROTTAMAZIONE E PRIVATIZZAZIONE DEL PROCESSO CIVILE, MEDIACONCILIAZIONE OBBLIGATORIA, MORTIFICAZIONE DEL RUOLO DELL’AVVOCATO. TUTTI NODI SU CUI L’OUA HA DATO BATTAGLIA E RACCOLTO IMPORTANTI RISULTATI
FORTE RICHIAMO ALLA DEMOCRAZIA, ALLA PARTECIPAZIONE DELLA BASE E DEI GIOVANI, ALLA CENTRALITÀ E AUTONOMIA DEL CONGRESSO
MAURIZIO DE TILLA, OUA: “I PARTITI SONO IN DIFFICOLTÀ, LA MACCHINA GIUDIZIARIA IN CRISI SISTEMICA. ORA BASTA: SERVE UNA NUOVA VISIONE DELLA POLITICA SULLA GIUSTIZIA BASATA SUI DIRITTI E LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE, TROPPE VOLTE CALPESTATA. NON SOLO: L’AVVOCATURA DIA L’ESEMPIO, MODERNIZZANDO LA PROFESSIONE E DANDO VOCE A CHI NON CE L’HA. CENTRALITÀ DEL CONGRESSO E SPAZIO AI GIOVANI E ALLA BASE, VITTIMA DI UNA CRISI ECONOMICA ASFISSIANTE. DI 230 MILA LEGALI, SONO ISCRITTI ALLA CASSA SOLO 168MILA E DI QUESTI OLTRE IL 22% GUADAGNA MENO DI 10 MILA EURO. UNA GENERAZIONE È ALLO STREMO”. 
Maurizio de Tilla, presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua), la rappresentanza politica forense, nel corso del suo intervento nella relazione di apertura del XXXI Congresso Nazionale Forense a Bari, invoca maggiore unità della categoria, ma anche più democrazia e partecipazione, dando spazio ai giovani e alla base, e ribadisce con veemenza l’autonomia del Congresso e la sua sovranità nel definire le direttrici politiche dei prossimi anni. Un’avvocatura sana, moderna e capace di interloquire con i Partiti, senza inciuci e cedimenti, per rilanciare la professione forense e la difesa della giustizia pubblica e universale, per la tutela della Costituzione e dei diritti dei cittadini: «La giustizia è in grave crisi e la politica in stato confusionale. I fatti di questi anni raccontano una produzione di leggi contraddittorie, inutili e incostituzionali. La Consulta ha dichiarato illegittima l’obbligatorietà della mediaconciliazione. Il tribunale di Pinerolo ha rimesso alla Corte Costituzionale la questione di legittimità della revisione della geografia giudiziaria. Denunciate e acclarate ripetute violazioni degli artt.. 70, 72, 76 e 77 della Magna Carta.
In altri termini Governo e Parlamento non rispettano il dettato costituzionale in tema di formazione delle norme e calpestano con cinismo e indifferenza i diritti dei cittadini. La repubblica italiana si fonda sui valori della Costituzione, ma il paradosso è che Governo e Parlamento non hanno più senso dello Stato».
«Ma anche l’avvocatura – continua - deve ritrovare la sua forza e identità nei valori della democrazia e della partecipazione. Dobbiamo sanare un frattura sempre più ampia tra l’avvocatura d’élite e quella che vive in condizioni di grave difficoltà economica e che è marginalizzata dalle grandi decisioni che coinvolgono il destino della categoria, sempre più povera e mortificata. Soprattutto i più giovani e le donne. Si dia voce a chi non ce l’ha».
«In questo contesto – aggiunge - con una contrazione dei redditi e un endemico ritardo dei pagamenti da parte degli enti pubblici, ma anche dei privati, nonché del gratuito patrocinio e della difesa d’ufficio: di 230 mila legali, sono iscritti alla Cassa solo 168mila e di questi oltre il 22% guadagna meno di 10mila euro, è mancata una seria politica di sostegno dei Governi. Si è allo stremo. Non si va più avanti».
«Infine una nota di speranza – conclude de Tilla - la ritrovata volontà di dialogo del ministro Severino che ha dato diversi segnali incoraggianti: la proposta sul numero programmato all’accesso all’università, dell’ipotesi prospettate la seconda è quella più convincente (4 anni, più uno diversificato con la previsione di due differenti percorsi, di questi uno con test di ingresso per poter partecipare all'esame di avvocato), la revisione dei parametri dei compensi. È positivo che il Parlamento abbia accantonato l’emendamento dei Poteri forti che voleva reintrodurre l’obbligatorietà nella mediazione, una dissimulata privatizzazione della giustizia».
(OUA, 22 novembre 2012)

giovedì 22 novembre 2012

presentazione libro DISCORSI PER L’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO

‎APPUNTAMENTO IMPERDIBILE

Il 14-12-2012 presso il Tribunale di Chioggia, V.le Stazione 5, ore 17:00 
ci sarà la presentazione libro 


DISCORSI PER L’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO

di Girolamo Luigi Fattorini, Chioggia 1777-1846

A cura di Gina Duse

Interverrà il dott. Enrico Ciampaglia, Giudice Monocratico del Tribunale di Venezia, sezione di Chioggia.

Girolamo Luigi Fattorini
”Figlio di Giacomo, Cancelliere Grande di Chioggia, Girolamo Luigi Fattorini indossò le vesti di Regio Procuratore ai tempi del napoleonico Regno d’Italia, quando Chioggia divenne sede di un Tribunale circondariale civile e criminale di prima istanza.
Suo fu, pertanto, il compito di aprire l’anno giudiziario.
Il volume raccoglie i cinque discorsi inaugurali che documentano, dal 1807 al 1811, i cambiamenti intervenuti nell’amministrazione della giustizia e, insieme, l’aprirsi di una nuova stagione culturale.
Nell’introduzione, oltre al Fattorini, viene ricordato l’avvocato chioggiotto Giacomo Antonio Vianelli, valido interrerete della professionalità richiesta agli uomini di legge quale, contributo alla modernizzazione del paese.”

Ingresso libero

lunedì 12 novembre 2012


Tribunale cancellato ma la lotta non si ferma

Convegno al Cagnoni. Gli avvocati presenteranno ricorso al Tar Il procuratore Lauro: «Scelta insensata, siamo un’area a rischio criminalità»
                                                  di Anna Mangiarotti VIGEVANO. Tribunale e procura di Vigevano, continua la battaglia contro la soppressione già decisa dal governo, con l’accorpamento a Pavia.
        L’ordine degli avvocati presenterà ricorso al Tar del Lazio, per l’incostituzionalità del provvedimento.
        Mentre il senatore Giacomo Caliendo, membro della commissione Giustizia del Senato, si farà portavoce di una richiesta di proroga dei tempi di chiusura di almeno due anni.
        Le principali novità emerse dal convegno che ieri il teatro Cagnoni ha ospitato, organizzato dall’ordine vigevanese degli avvocati, sul tema: “quale giustizia e quale futuro per il territorio”, appunto dopo la soppressione di tribunale e procura.
        Fra gli ospiti il procuratore Alfons Lauro, che ha ricordato come anche Vigevano e Lomellina siano aree a rischio per infiltrazioni della criminalità organizzata.
        Con quattro vittime solo nell’ultimo anno e mezzo, in omicidi per regolamento di conti nel racket di droga e prostituzione».
        La soppressione delle sedi decentrate, per aggregarle a quelle nei relativi capoluoghi di provincia e razionalizzare i costi della giustizia è comunque «una scelta insensata sostiene Lauro – Si lavora meglio nelle piccole strutture che in un mare magnum come il tribunale di Milano, per fare un esempio».
        Il sindaco di Abbiategrasso ha sottolineato i collegamenti carenti con Pavia, «e il fatto che per il giudice di pace faremo riferimento a Milano e per il tribunale a Pavia».
        Per salvare Vigevano era stata proposta l’aggregazione con il Magentino, per ampliare il territorio di competenza del tribunale vigevanese. Ma non tutti i comuni di quella zona aveva aderito.
        Ha risposto picche anche il comune capofila: «Non ci vogliamo immolare, i numeri per essere salvati Vigevano li ha anche senza di noi», ha ribadito anche ieri il sindaco di Magenta.
        «La nostra è una terra di frontiera nella lotta alla criminalità organizzata.
        Di fronte a questa realtà però, il governo decide che a Vigevano una sede autonoma di procura e tribunale, ovvero un forte presidio di legalità, comunque non serve», aveva dichiarato il sindaco di Vigevano Andrea Sala.
        «La lotta per salvare procura deve proseguire seguendo un percorso istituzionale», ha ribadito ieri Sala.
        Al convegno hanno partecipato fra gli altri il presidente del tribunale di Vigevano, Annamaria Peschiera, molti amministratori del territorio, il presidente della Provincia Daniele Bosone e l'avvocato Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense.
        Tutti hanno sottolineato che la chiusura della sede di Vigevano va contro i criteri fissati per i tribunali da sopprimere: per territorio, numero di abitanti ed efficienza degli uffici giudiziari, Vigevano è al di sopra degli standard previsti.

        Il processo di soppressione del Tribunale subisce un'accelerata

        LUCERA - Ennesimo passo in avanti della procedura che prevede la soppressione del Tribunale di Luceraè stato incaricato Antonio Toziani, funzionario 56enne del Tribunale di Foggia, per organizzare l’accorpamento del nostro presidio di giustizia con quello del capoluogo di provincia.
        Il dirigente sarà responsabile della revisione delle strutture amministrative e di quelle del personale, in linea con quella politica ministeriale che da tempo ormai ha sancito la definitiva e improcrastinabile chiusura del tribunale cittadino. Il processo di revisione giudiziaria sta subendo un’accelerata, infatti è stata già predisposta la ricerca di locali idonei ad ospitare il nuovo tribunale, che unirà non solo il presidio di Lucera ma anche tutte le sedi distaccate della provincia, Apricena, Trinitapoli, San Severo, Cerignola ecc., e la redazione della relazione conclusiva sull’attività giudiziaria svolta sin qui dal nostro tribunale.
        Unica eccezione alla dismissione e all’accorpamento gli uffici del giudice di pace, che manterranno la loro sede. Il 19 Novembre alla Camera si terrà la discussione di due mozioni, finalizzate alla modificazione delle norme che prevedono la soppressione o la dismissione dei tribunali che rientrano nel piano dei tagli, che si pongono come obiettivo, speriamo raggiungibile, lo spostamento della data di entrata in vigore effettiva della stessa soppressione.
        L’Unione Camere Penali, intanto, ha proclamato una giornata di astensione dalle udienze fissata per il 22 Novembre, iniziativa cui aderirà anche il tribunale di Lucera, la partecipazione è motivata dalla protesta per le condizioni delle carceri italiane e, conseguentemente, per le pessime condizioni di vita dei detenuti.
        Contestualmente, come azione di protesta per la revisione della geografia giudiziaria, potrebbe prospettarsi un’ennesima marcia su Roma, cui parteciperebbero il comitato, l’amministrazione e tutti coloro i quali hanno a cuore le sorti del nostro tribunale, nella speranza che quest’ultima sortisca effetti diversi da quelli che ottenne quella del 5 Settembre scorso, quando venti sindaci del comprensorio giudiziario non furono ricevuti presso il Ministero della Giustizia.
        Nella speranza che a Roma qualcosa si muova......

        venerdì 9 novembre 2012

        Invito tutti ad ascoltare l'intervento di Bruno Rosetti e Giovanni Sambo (presidente e coordinatore del COMITATO SPONTANEO A DIFESA DEL TRIBUNALE DI CHIOGGIA) nella trasmissione Pin'occhio condotta da Pino Penzo del 4 novembre.http://www.livestream.com/radioclodia/video?clipId=pla_60af5ff1-b82a-4a4e-8ef1-358b0a5ed6a6
        Spiega in modo semplice e chiaro i problemi legati alla chiusura del Tribunale di Chioggia e le iniziative a sostegno dello stesso.

        COMUNICATO STAMPA ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA ITALIANA

        GIUSTIZIA, IL COMITATO DI AZIONE CONTRO LA CHIUSURA DI 1000 UFFICI GIUDIZIARI, PROMOSSO DALL’OUA,
        HA DECISO LA PRESENTAZIONE DI RICORSI AL TAR, COINVOLTE QUASI TUTTE LE REGIONI ITALIANE

        DAL SUD AL NORD UN DECISO NO ALLA DEMOLIZIONE DELLA MACCHINA GIUDIZIARIA


        MAURIZIO DE TILLA, OUA: “DI FRONTE A UNA PALESE VIOLAZIONE DELLA COSTITUZIONE NON POSSIAMO CHE REAGIRE. PRESENTATI RICORSI IN SARDEGNA, EMILIA ROMAGNA, BASILICATA. E NEI PROSSIMI GIORNI ANCHE IN CAMPANIA, LAZIO, ABRUZZO, PIEMONTE, TOSCANA, SICILIA, PUGLIA. MA NE SONO IN PREPARAZIONE ANCHE NEL RESTO DEL PAESE. IL GOVERNO APRA SUBITO UN CONFRONTO PER RIVEDERE SCELTE SBAGLIATE CHE PRODUCONO RISPARMI IRRISORI RISPETTO AI COSTI DIRETTI E INDIRETTI DERIVANTI DALLA CHIUSURA DI 1000 UFFICI GIUDIZIARI

        Si è tenuta ieri pomeriggio la prevista riunione del “Comitato di Azione contro la chiusura di 1000 uffici giudiziari”, promosso dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura. Confermata la decisione di estendere i ricorsi al Tar in tutte le regioni. Per l’Oua, forte anche del parere richiesto al costituzionalista, professor Giuseppe Verde, ribadisce la presenza di diversi profili di illegittimità.
        Intanto il presidente dell’Oua, Maurizio de Tilla, ha reso noti i nomi delle località interessate dai primi provvedimenti: «Dopo Tempio Pausania e Olbia, il TAR Sardegna ha già fissato per il 23 gennaio la decisione nel merito, vista la rilevanza delle nostre motivazioni. Abbiamo presentato altri ricorsi al TAR Emilia-Romagna (Imola e Porretta Terme), TAR Basilicata (Pisticci).
        Per Porretta Terme ( ricorso allegato) rileviamo l’assurdità della chiusura di una sezione distaccata ben organizzata ed efficiente e con un bacino di 13 Comuni e con una popolazione di oltre 66.000 abitanti, che per effetto di un meccanismo miope, stabilito dal ministero, viene investita da una decisione che non tiene conto di fattori oggettivi e che di fatto produrrà conseguenze negative per lo sviluppo di quei territori dal punto di vista economico, e che è una palese violazione dei diritti dei cittadini. Nel ricorso si spiega bene la situazione: “Il territorio comprende sostanzialmente gran parte dell’Appennino Bolognese...di natura montana, con alto indice di precipitazioni piovose e nevose in rapporto alle medie nazionali; in particolare l’85% del territorio è montano, e l’altitudine media dei comuni è di 498 m. slm.
        La Sezione, poi sconta disagevoli collegamenti ferroviari e stradali caratterizzati da infrastrutture non adeguate. La sede della Sezione dista 61 Km dalla sede Centrale ed è necessaria una percorrenza di almeno 1h15’ via ferrovia, ed 1h’30’ con autovettura…Se invece del criterio della distanza, operasse quello del tempo di percorrenza da Bologna, il tempo necessario a raggiungere Porretta Terme (a sud) non è inferiore, in auto a quello necessario per arrivare a Padova (a nord), a Parma (ad ovest) e a Rimini (ad est), definendosi un perimetro nel quale vi sono almeno tre Tribunali in qualsiasi ALTRA direzione. Mentre le direttrici verso gli altri punti cardinali sono pianeggianti ed assistite da autostrade e treni veloci, la direttrice sud, per giunta, è montana priva di autostrada e ferrovie veloci”. È evidente che tagliare questo ufficio è irrazionale e sbagliato».
        «Ma non finisce qui: l’Oua presenterà ricorsi ai TAR per Sala Consilina, Orvieto, Sant’Angelo dei Lombardi, Ariano Irpino, Montepulciano, Mistretta, Nicosia, Pinerolo, Lucera, Melfi, Camerino e poi nel Lazio e in tutte le Regioni».
        «Se l’obiettivo è risparmiare, questa è la strada sbagliata – conclude de Tilla – oltretutto usando uno strumento normativo con un iter costellato di evidenti profili di illegittimità. Tra questi, per citarne uno, l’introduzione della nuova normativa nella legge di conversione di un decreto legge il cui oggetto è totalmente estraneo alla materia della revisione della geografia giudiziaria.
        Ci rivolgiamo al Governo poiché apra subito un confronto per rivedere scelte incostituzionali e sbagliate che producono risparmi inesistenti rispetto ai costi diretti e indiretti (sui cittadini, sulle imprese, per lo sperpero di denaro pubblico per strutture appena costruite o ristrutturate) derivanti dalla chiusura di ben 1000 uffici giudiziari su 1400. E’ come sopprimere due ospedali su tre su tutto il territorio nazionale».
        Si riporta il link per leggere due articoli sul Tribunale di Chioggia
        http://issuu.com/lapiazzaweb/docs/chioggia_2012ott_n127

        martedì 6 novembre 2012

        BASSANO E VICENZA, UN UNICO PROBLEMA COMUNE: LA GIUSTIZIA

        I recenti scompigli normativi in tema di “riorganizzazione” delle circoscrizioni giudiziarie, se così si può definire la soppressione di quasi mille uffici Giudiziari sul territorio nazionale, hanno portato alla ribalta il problema, attualissimo ma anche antico, dello stato dell’edilizia giudiziaria a Vicenza ed a Bassano del Grappa, ove sono in via di completamento due nuovi palazzi di giustizia, destinati a sostituire quelli, storici ma ormai inadeguati, fino ad oggi utilizzati quali sedi del Tribunale. Parallelamente, in quanto conseguente alla soppressione del Tribunale di Bassano ed al suo accorpamento a Vicenza, sono emersi, ancor più evidenti, i problemi relativi al numero dei magistrati e del personale che vi operano, poiché la mole di lavoro che si prospetta sommergerà Vicenza, tenuto conto anche dell’intervenuta soppressione della Sezione Distaccata di Schio, corrisponde ad un vero e proprio tsunami. Il progetto del nuovo Tribunale di Vicenza, concepito quasi vent’anni fa, non poteva certo prevedere l’intervenuta necessità di spazi da adibire ad uffici per i giudici e a nuove aule per la celebrazione dei processi attualmente in carico alle sedi di Bassano e Schio, con relative cancellerie, né tantomeno poteva immaginare la realizzazione degli uffici e delle cancellerie per tutti i Giudici di Pace della provincia, che anch’essi, alla luce della nuova normativa, ivi dovranno trovare collocazione. In ogni caso, è agevole ritenere, senza tema di essere smentiti, che il contraccolpo sui tempi di smaltimento delle cause pendenti avanti ai due Tribunali, e di quelle nuove che nel frattempo verranno iscritte a ruolo, sarà tale da allontanare in un futuro imprevedibile la definizione delle cause civili e dei procedimenti penali, mettendo così a repentaglio la tutela di interessi economici e personali, da una parte, e di ordine pubblico e rispetto della legalità, dall’altra. Laddove, infatti, non vi sia la possibilità di dirimere in tempi relativamente rapidi le controversie tra i cittadini, coinvolgenti le regole del vivere civile, come, per esempio, il rispetto degli impegni contrattuali, la tutela dei minori nelle separazioni, il recupero dei crediti e la tutela del lavoro, da una parte; e non si riesca a provvedere in tempo utile a perseguire e punire i reati che minano la sicurezza e la stabilità sociale, come, per esempio, la diffusione degli stupefacenti, lo sfruttamento dei più deboli, la corruzione, la bancarotta, e quant’altro leda il diritto delle persone ad una convivenza libera dalla delinquenza, dall’altra; laddove questo debba accadere a causa della incapacità della giustizia di fare la sua parte per far rispettare la legalità, non si può che decretare la sconfitta dello Stato, anche se “apparentemente” e “formalmente” organizzato in strutture astrattamente più efficienti. I tempi necessari per ottenere una sentenza civile si dilateranno ben oltre i sei/sette anni che oggi si attendono a Vicenza, e la prescrizione dei reati la farà da padrona, permettendo ai disonesti di farsi beffe del rispetto delle leggi e delle persone offese, che attenderanno invano soddisfazione; la situazione che si prospetta appare ancor più grave, in quanto sembra che la pianta organica dei magistrati non sarà corrispondente alla somma aritmetica delle attuali piante, come inizialmente si riteneva dovesse accadere a seguito della soppressione del Tribunale di Bassano, con conseguente “migrazione”, se non delle persone fisiche dei magistrati bassanesi, quantomeno del loro “posto”, bensì sarà molto inferiore, con la perniciosa conseguenza che sui magistrati attualmente in forza a Vicenza verrà a ricadere, aggiungendosi al loro carico attuale, anche quello dei procedimenti attualmente pendenti a Bassano, e di quelli nuovi che perverranno da tutto il territorio accorpato. In quest’ottica, non è chi non veda come gli avvocati di Bassano del Grappa e quelli di Vicenza, saldamente incardinati nei rispettivi bacini, e ben lungi dal temere concorrenza gli uni dagli altri, abbiano, invece, un problema comune, ossia quello di poter promettere, se non garantire, ai propri assistiti una risposta di giustizia che tale possa essere considerata anche dai non addetti ai lavori; non vi è giustizia, infatti, senza speranza e fiducia in una sentenza veloce e, nello stesso tempo, ponderata, perché emessa da un giudice libero dalla pressione di un carico abnorme che gli gravi sulle spalle. Gli avvocati di Bassano e Vicenza, in nome di una superiore esigenza di giustizia, che è alla base di una convivenza democratica, non possono quindi che far fronte comune nei confronti di un provvedimento, la soppressione del Tribunale di Bassano del Grappa, che sconvolge irrimediabilmente i già delicati equilibri di tempo e di spazio che agitano già oggi, autonomamente, il Tribunale di Vicenza. La presa d’atto di tutti gli avvocati non può che essere quella di arginare la piena ed impedire il disastro della giustizia nel territorio, in un comune sentire che vada oltre le spicciole faccende di bottega e allunghi lo sguardo verso un obbiettivo comune, ovvero la funzionalità e l’efficienza della giustizia, civile e penale, da intendersi come giustizia reale, e non quella, sulla carta, prodotta dai numeri e dalle medie aritmetiche così inopportunamente poste alla base della “riforma epocale”, così chiamata quasi fosse una formula magica capace di portare l’Italia al pari dei moderni paesi europei. Solo l’unità di intenti, e la collaborazione tra i professionisti che operano nel settore della giustizia, bassanesi e vicentini insieme, può scardinare il perverso meccanismo previsto dal decreto legislativo che sopprime il Tribunale di Bassano del Grappa, e scongiurare il rischio della paralisi della giustizia del territorio, nell’interesse di un sereno operare negli studi e nelle aule, e nella prospettiva che gli interessi dei propri assistiti possano essere tutelati in tempi ragionevoli da giudici non oberati e, pertanto, più sereni e motivati.

        NASCE IL COMITATO PER IL TRIBUNALE

        É perlomeno significativo che la recentissima vicenda sulla Città Metropolitana abbia mobilitato personaggi di svariate provenienze, peraltro molte di qualità, che ci sia stato un dibattito infuocato su internet su face book e su blog locali, anche con accenti drammatici, raccolte oltre un migliaio di firme di cittadini che preferirebbero che Chioggia fosse nella provincia di Padova piuttosto che con Venezia e invece per la chiusura del tribunale di Chioggia ci sia stata, salvo pochi sparuti interventi, un’attenzione dell’opinione pubblica clodiense di gran lunga inferiore. Invece, mentre ad oggi nessuno è effettivamente in grado di dimostrare quali sarebbero i vantaggi di un cambio di provincia, al contrario la chiusura del tribunale di Chioggia, come ha già deciso di fare il governo tecnico Monti utilizzando, ironia della sorte, un decreto legge del governo Berlusconi convertendolo in legge (la nr 148 del 14 settembre 2011), causerà, se non si dovesse tornare indietro, un danno enorme, un impoverimento consistente non solo per Chioggia, ma per l’intera parte sud della provincia di Venezia con nessun risparmio per lo stato, anzi, come spiegheremo, un sicuro aumento dei costi. Era la fine del 2002, l’amministrazione comunale del comune di Chioggia, guidata dall’allora sindaco Fortunato Guarnieri, dopo aver speso circa 3 milioni di euro per la ristrutturazione, consegna la Cittadella della giustizia, con tutti gli indiscutibili vantaggi dei nuovi uffici, assumendosene praticamente tutti i costi di gestione, tranne ovviamente gli stipendi dei magistrati, del personale della cancelleria e degli uffici giudiziari. Lo stato, il Ministero della giustizia, per la gestione del tribunale di Chioggia, non ha mai speso un euro, per il riscaldamento, per l’energia elettrica, per il telefono, per le pulizie, insomma tutte le spese son pagate dal comune, per la precisione 301.769,87 euro all’anno. Torniamo al 2012, per il governo Monti, il decreto legge nr 138 del 13 agosto 2011 del precedente governo Berlusconi è sorte di manna dal cielo per la spending review, però qualcuno evidentemente non si è accorto che nella legge vengono indicati anche una serie di criteri per ridefinire l’assetto territoriale degli uffici giudiziari, criteri oggettivi e omogenei quali l’estensione del territorio, il numero degli abitanti, i carichi di lavoro…ecc.. Ciò nonostante il ministro Severino, decide la soppressione di 220 sedi distaccate, 31 tribunali e 31 procure tra i quali, come noto, anche il tribunale di Chioggia che verrà accorpato con quello di Venezia. Non conosciamo i costi degli altri tribunali che il ministro ha deciso di chiudere, ma una cosa è certa: con la chiusura di quello della nostra città non ci sarà alcun risparmio, anzi, ci saranno molti più costi per tutta la comunità e in definitiva anche per lo stato, in barba al risparmio di spesa. Pensiamo ai costi maggiori che dovranno sostenere le forze dell’ordine per le testimonianze e per la custodia dei corpi del reato: dovranno recarsi a xVenezia anche per la consegna di un semplice coltellino, tanto per fare un esempio. Oggi, con la Cittadella della giustizia i militari assolvono queste funzioni con un quarto, probabilmente meno, del tempo che dovrebbero impiegare invece per andare a Venezia e, non va dimenticato, quando saranno in servizio a Venezia non potranno certamente essere a Chioggia con tutte le prevedibili conseguenze. Atti giudiziari: attualmente, gli uffici di Chioggia svolgono centinaia di atti, anche molto delicati, nell’ambito del territorio di Chioggia, Cavarzere e Cona. E’ chiaro che girare in città, magari in bicicletta, e invece doversi spostare anche di 60 km ha un costo ovviamente molto differente. Non c’è bisogno certamente di fare un sondaggio per rendersi conto che in questo momento nella testa della gente comune ci sono preoccupazioni per altre urgenze piuttosto che per la sorte del tribunale di Chioggia; per,ò alla fine della fiera, per motivi anche diversi - perché citati come testimoni o come parti offese o perché chiamati in giudizio i - chioggiotti, che gli piaccia o meno, devono per forza recarsi in tribunale e soprattutto devono rivolgersi agli avvocati, che, ovviamente, saranno costretti ad aumentare le parcelle. Ma ci sono altri oneri ben più pesanti che la città di Chioggia dovrà affrontare con la perdita del tribunale: pensiamo a tutte quelle persone che hanno difficoltà negli spostamenti, pensiamo a tutte quelle situazioni delicate per cui si deve ricorrere al giudice per i minori, per soggetti che hanno bisogno di una tutela… La Costituzione prevede il diritto alla giustizia, non pensiamo che sia un aspetto di poco conto la conoscenza di un territorio. La Cittadella della giustizia, con tutti i servizi che fornisce alla comunità, genera anche un indotto non indifferente rappresentato dalle migliaia di persone che vengono a Chioggia e poi, spesso, si fermano per mangiare, acquisti e quant’altro. Ultimo, e non ultimo, perché ce ne sono altri che per brevità non elenchiamo, quella che è una vera e propria deportazione dei magistrati,dei dipendenti della cancelleria e dell’ufficiale giudiziario che pur avendo uno standard di qualità migliore - una causa civile a Chioggia si conclude spesso e volentieri con tempi molto più brevi del tribunale di Venezia - saranno costretti a sobbarcarsi per il resto della vita lavorativa ulteriori 4 ore del loro tempo quotidiano per il viaggio. Quindi è tutto deciso ormai? I buoi sono ormai usciti dalla stalla? Sì, è vero che la legge ormai è stata fatta ed è molto più complesso un iter per la modifica, però segnaliamo che, oltre allo svegliarsi di molti parlamentari che stanno presentando interpellanze per situazioni simili a quella di Chioggia (dove si evidenzia la mancanza di un risparmio di spesa e la mancata osservazione dei criteri oggettivi come specificava la legge alla lettera b), anche a Chioggia, finalmente, si sta costituendo un comitato di cittadini per difendere il tribunale di Chioggia (e non solo). La prima convocazione è prevista per venerdì 21/9 ore 20.30 presso la sala udienze penali del tribunale di Chioggia in viale Stazione 5: coordinatore provvisorio è il signor Bruno Rosetti (nella foto al centro). La succursale della Camera di commercio è stata chiusa, praticamente nell’indifferenza generale, ora è la volta del tribunale la prossima volta toccherà all’agenzia dell’entrate piuttosto che alla sede dell’Inps… Un invito a tutti, compresi quelli che per andare con Padova lanciavano proclami conditi da frasi quali “per i nostri figli”, ad essere presenti venerdì e di collaborare per porre i presupposti affinché la nostra città possa scongiurare questo furto. (Andrea Comparato)